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Festival Roma - PULCE NON C'E', ma ci sono ottimi interpreti

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Finalmente un film italiano ben recitato. Scritto con attenzione, diretto con misura e gusto "Pulce non c'è" è una sorpresa in questo VII Festival di Roma, dove il livello delle nostre produzioni, specie quelle in concorso ufficiale, non è certo elevato. Il film di Giuseppe Bonito, unico italiano in Concorso nella sezione indipendente Alice nella Città, dimostra di essere una creazione sentita, dove la voglia di raccontare un episodio, di affrontare un argomento traspare in tutto il suo svolgimento. Tratto dall'omonimo romanzo di Gaia Rayneri, il film sembra essere sopra le parti, lasciando il giusto dubbio sino alla conclusione. La sceneggiatura scritta da Monica Zapelli con la collaborazione dell'autrice del romanzo, aiuta molto le interpretazioni degli attori; piccoli e grandi, ben diretti dal regista, riescono a misurare ogni movimento, anche il più drammatico, rendendolo vero e credibile. Oltre alle due piccole sorelle, Francesca Di Benedetto e Ludovica Falda, i due genitori sono i personaggi principali, interpretati da Pippo Delbono e Marina Massironi. Di contorno, tutti in parte, la nonna Piera Degli Esposti, il dottore del centro Alberto Gimignani, Anna Ferruzzo l'operatrice del centro, ma anche Lucia Vasini e Giorgio Colageli nel ruolo del magistrato dei minori. Pulce è autistica e, vittima della superficialità di una maestra, finisce per essere rinchiusa in una casa di recupero, per allontanarla dal padre accusato di violenza sulle figlie. La verità che emergerà alla fine, non è altro che un obiettivo per mostrare il pericoloso percorso della Giustizia, che spesso accusa e condanna prima di valutare attentamente la situazione. Maestre e assistenti sociali escono malamente dalla storia, mostrando limiti di preparazione che non di rado si possono incontrare nella realtà. Un film riuscito che ha soddisfatto la platea di studenti, concentrati e silenziosi come di rado si vede per tutta la proiezione e felici di esprimersi alla fine con un applauso liberatorio.

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