Una serie di cazzotti nello stomaco, un quadro squallido e iperrealistico che ti colpisce nel profondo e non ti lascia indifferente.
Sono solo alcune delle sensazioni prodotte da "Pezzi", documentario diretto dal fotografo e regista Luca Ferrari, presentato in anteprima al "Festival Internazionale del Film di Roma" nella sezione "Prospettive Italia".
Con la macchina a mano che si muove in modo "sporco" e instabile, il regista si immerge nella periferia romana, scoprendo un girone infernale fatto di droghe, psicofarmaci e l'assenza di speranza verso il futuro.
Ferrari lascia ai personaggi scelti, gli abitanti del Laurentino 38, la più totale libertà di agire e raccontarsi, e così ogni parola diventa una lama che affonda nelle emozioni dello spettatore.
Capita quindi di assistere ad una vera e propria lezione sulla cocaina impartita da Massimo, detto "Er Pantera", che subito dopo ne abusa sotto l'occhio attento della macchina da presa, o ai racconti di Giuliana sul figlio morto ammazzato, che come se fosse in totale assenza inizia a parlare e a baciare dolcemente le foto che lo ritraggono.
Nonostante la direzione possa apparire in qualche momento "anarchica" e sconnessa, le doti del fotografo vengono fuori in una sapiente e attenta messa in quadro, mentre il racconto avanza per blocchi attraverso un montaggio volutamente fastidioso.
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