La commissione del Mibac ha deciso di assegnare a una sceneggiatura dal titolo "Vitriol" ben 50.000 euro del contribuente e, cos'è che manca principalmente al film "Vitriol"? La sceneggiatura. Come hanno fatto a non accorgersene gli esperti selezionatori è un mistero. Forse l'unico che il film contiene.
"Vitriol" scritto da Giovanni Mazzitelli e diretto da Francesco Afro De Falco, si limita ad essere una storia raccontata, al massimo un soggetto con l'aggiunta di una cascata di dialoghi. Parole a valanga, pronunciate dai 5 soli personaggi, che alternandosi in dialoghi faccia a faccia, raccontano gli eventi, prendendo, a forza di chiacchiere, il posto di quello che dovrebbe essere il film. A parte qualche passeggiata misterica, accompagnata da musiche adeguatamente misteriche, a caccia di oggetti e simboli misterici che senza alcuna remora vengono trafugati dai protagonisti. Chiamasi Furto: articolo 624 del codice penale. E non è che se uno deve fare la tesi per l'università, può sentirsi autorizzato ad andare in giro a rubare nelle ville o nei cimiteri!
In realtà dunque, di cinema ce n'è poco; un susseguirsi di citazioni, frasi misteriose, fotografie di personaggi montate a raffica e inquadrature girate a mano con dichiarazioni in camera con la scusa che la protagonista sta girando un documentario (la predetta tesi). Siamo d'accordo: ognuno fa il film che vuole (nei limiti del pubblico finanziamento...), ma in "Vitriol" non c'è traccia di film. Neanche la scusa di promuovere il territorio, perché di Napoli e dintorni si riconosce e si valorizza ben poco, e i luoghi misteriosi perdono ogni appeal grazie alle azioni prive di senso che vi accadono.
Vitriol uscirà in sala il 15 novembre.
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