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Arriva in Italia il documentario su Jobriath e il glam rock anni ‘70

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Prima rockstar dichiaratamente gay a firmare un contratto con una major, l’artista Jobriath, nato come risposta americana a David Bowie negli anni ’70, arriva per la prima volta in Italia sul grande schermo con il documentario “Jobriath A.D.” di Kieran Turner. Il Florence Queer Festival, la rassegna di cinema, arte, musica e teatro dedicata all’universo LGBT, che si terrà a Firenze dal 25 al 31 ottobre, presenterà il documentario, in anteprima nazionale, lunedì 29 ottobre, alle 18.30, al cinema Odeon di Firenze. A presentare il film Bruno Casini, direttore artistico del Festival e Lucille, esperta di musica anni ‘70 e collaboratrice di Controradio. Con animazioni, interviste e rarissimo materiale d’archivio, Turner racconta la vita di questo talentuoso artista americano morto a soli 37 anni di AIDS, nell'agosto del 1983. Voce graffiante ed espressiva, Jobriath fu un’operazione di marketing che l’industria discografica americana tentò di lanciare in tutto il mondo come fenomeno di massa, investendo sulla sua immagine con imponenti pubblicità e campagne stampa. L’operazione non raggiunse i risultati commerciali attesi dai dirigenti della Elektra, considerato che i testi espliciti, il look, e il glam elegante di Jobriath, probabilmente mal si sposavano con il gusto della massa. Per l’artista si chiusero le porte del mondo del rock, e fu inoltre vittima di emarginazione per essersi dichiarato apertamente gay, mentre Bowie, Lou Reed e gli altri giocavano sull’ambiguità sessuale. Durante la sua carriera, Jobriath registrò due album, nel 1973 e nel 1974. Morrissey, cantante della band inglese The Smiths, lo scelse come opening act per i suoi concerti ma Jobriath morì prima di poter cominciare. Successivamente lo stesso Morrisey si occupò della ristampa dei suoi due album.

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