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VIVA L'ITALIA - Guarda, giudica e... va' a votare!

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Massimiliano Bruno legge bene il momento, ma lo racconta forse con un po' di ritardo. Quello che distingue il cinema dalla cronaca è la capacità di anticipare le situazioni, di mostrarle in anteprima e non quando sono già avvenute. Di certo la velocità con cui stiamo cercando, chi sinceramente chi solo salendo sul carro dei vincitori, di liberare la memoria (e il paese) dagli ultimi 20 anni di storia, non ha dato una mano al regista e al film. Ormai siamo tutti consapevoli che la classe politica è corrotta e da cambiare al 95%, che le raccomandazioni sono una rovina e che la meritocrazia, il lavoro, la salute, l'istruzione sono valori che devono tornare ad essere fondamentali. Come ha detto il regista in conferenza stampa, infatti, il film è più che altro un invito ai ventenni, che alle prossime imminenti elezioni avranno in mano, con il proprio voto, la possibilità di cambiare davvero l'Italia. Il film diventa un suggerimento, un indirizzo per leggere la realtà, un aiuto a chi non ha ben chiara la situazione in cui viviamo, ma anche un monito e un ultimo avviso: ora basta, tocca a voi cambiare le cose. E lo fa con l'arma forse più affilata del nostro cinema, la commedia. La miglior dote di Bruno, già notata in "Nessuno mi può giudicare", è la capacità di dirigere gli attori; da Michele Placido a Raoul Bova, da Alessandro Gassman ad Ambra Angiolini, forse anche grazie a una storia che funziona e ai dialoghi scorrevoli, tutti riescono a dare il meglio, limitando al minimo l'io, e lavorando senza aggiungere nulla ai loro personaggi già abbastanza completi. I ruoli secondari, ma non meno importanti, sono il terreno per le interpretazioni perfette di Rocco Papaleo, Maurizio Mattioli, Rolando Ravello e Sarah Felberbaum (un po' a disagio con il romanesco...), ma anche Imma Piro, Edoardo Leo e Camilla Filippi. Il cast di "Viva L'Italia" si completa con una serie di brillanti apparizioni; Remo Remotti, Sergio Fiorentini e Isa Barzizza nei ruoli irriverenti dei vecchi ricoverati; Lucia Ocone e Paola Minaccioni, le migliori attrici brillanti del nostro cinema, capaci di dare "carattere" alle proprie apparizioni. Affrontare un tema come la situazione del nostro paese è onestamente difficile. Il rischio di scivolare nel qualunquismo, nel banale o nel populismo è altissimo ma Massimiliano Bruno ci riesce superando quasi tutti gli ostacoli con leggerezza e imbastendo un finale che sembra alla "volemose bene" ma che in realtà è solo una porta che rimane semi aperta e a disposizione di chi se la sente di chiuderla a chiave definitivamente.

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