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Human Rights Nights 2012: dal 17 al 21 ottobre alla Cineteca di Bologna

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Il cinema e le violazioni del corpo Il corpo. Violato. Recluso. Migrante. In guerra. Il corpo come strumento d’arte e di resistenza. Il corpo e la terra. Il corpo e l’ambiente. In questa contemporaneità confusa, il corpo e la sua essenza materiale sembrano rappresentare la frontiera di un dibattito sulla legalità, dibattito attorno al quale sta ruotando molto cinema d’oggi. E proprio al tema del corpo, al rischio della sua “de-materializzazione”, è dedicata la nuova edizione di Human Rights Nights, promosso dalla Fondazione Cineteca di Bologna, dal Comune di Bologna, dall’Università di Bologna e lusingato quest’anno dall’Adesione del Presidente della Repubblica: un’edizione, la dodicesima, che mette il corpo al centro della sua riflessione, lo analizza nelle più diverse declinazioni, e lo mostra – attraverso film che altrimenti mai vedremmo – al pubblico della Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) da mercoledì 17 a domenica 21 ottobre. Il convegno: corpo e diritti umani Il corpo è sotto attacco, e la serie di film messa in campo da Human Rights Nights può costruire uno scudo a difesa del corpo: uno scudo che si rafforza con l’acquisizione di una sempre maggior consapevolezza e alla quale contribuirà anche una giornata di convegno che va dritta al centro della questione, Corpo e diritti umani: dialogo sulla bioetica, diversità, salute e violenza (giovedì 18 ottobre, dalle ore 15, nella Biblioteca Renzo Renzi della Cineteca di Bologna, sempre in via Azzo Gardino, 65), facendo intervenire docenti di diverse discipline, come Stefano Canestrari (diritto penale), Matilde Callari Galli (antropologia culturale), Carla Faralli (filosofia del diritto), Susi Pelotti (medicina legale), Angelo Stefanini (igiene generale), contraltare teorico alla potenza immediata delle immagini filmiche. Inaugurazione: il corpo migrante Eccole allora le immagini, cominciando dal “corpo migrante”, mercoledì 17 ottobre, alle ore 20 al Cinema Lumière, con il documentario – presentato all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard – "La pirogue", realizzato da Mouassa Touré, racconto, a cui è affidata l’inaugurazione di Human Rights Nights, del viaggio tra il Senegal e le lontanissime sponde delle Canarie, nella speranza di un futuro “europeo”. La mostra d’arte Un’altra rappresentazione del corpo sarà invece quella che ci offriranno gli artisti ciprioti, attivi a Bologna, Elysia Athanatos e Alexandros Yiorkadjis: alle ore 18.30, sempre di mercoledì 17 ottobre, verrà inaugurata – nel Cortile del Cinema Lumière – l’esposizione delle loro opere emblematicamente intitolata semplicemente Il corpo. Il corpo violato Giovedì 18 ottobre, spazio – come dicevamo – al convegno su Corpo e diritti umani, mentre alle ore 18, di nuovo al Cinema Lumière, il programma filmico pone l’attenzione sul “corpo violato”: il mercato sessuale delle donne moldave in Europa Occidentale ("The Price of Sex", alla cui proiezione è legata la presentazione in sala della campagna di comunicazione contro la violenza sulle donne NoiNo) e la degenerazione di un turismo globale che umilia le popolazioni indigene disposte a qualunque auto-mutilazione pur di compiacere le nostre macchine fotografiche ("Framing the Other"). Alle ore 20.15, sempre di giovedì 18 ottobre, il corpo è quello delle ragazze afgane che vedono nel pugilato (contro la volontà di tutti) una speranza di riscatto ("The Boxing Girls of Kabul") o, rimanendo in Afghanistan, quello vittima dell’insopportabile compravendita di adolescenti dalle famiglie povere, per farne oggetto d’abuso sessuale da parte dei “signori della guerra” ("The Dancing Boys of Afghanistan"). Il corpo in guerra È molto vicino invece il “corpo in guerra” dell’Oriente siriano: "The Suffering Grasses" (sempre giovedì 18 ottobre, ore 22.15) racconta il conflitto civile (che si sta ancora combattendo in questi giorni) visto dalla parte della popolazione comune. Corpo e ambiente Il corpo, la terra e l’ambiente sono magnificamente rappresentati nella loro più paradossale coesistenza nel film "La terre outragée" di Michale Boganim (venerdì 19 ottobre, ore 22.30), costruito attorno all’esplosione nucleare di Černobyl: un film che proprio da questa parte per mostrare la vita nei decenni che la seguirono e la vita surreale delle persone in quella “terra oltraggiata”. Il corpo come strumento d’arte e resistenza Il corpo (e l’arte) sono strumento di resistenza: Ai Weiwei, artista e attivista cinese la cui persecuzione da parte del regime cinese ha fatto il giro del mondo, è protagonista del documentario di Alison Klayman (venerdì 19 ottobre, ore 20). Premio Mutti – AMM 2013 e AMITIE Il “corpo migrante” torna nella giornata di sabato 20 ottobre, in occasione di due momenti centrali del festival Human Rights Nights: la presentazione (che seguirà la proiezione delle ore 17.45 del film "Another Life", racconto di migrazioni dall’Africa) del nuovo bando del Premio Mutti – AMM 2013, dedicato al cinema migrante e promosso dall’Associazione Amici di Giana, Officina Cinema Sud-Est, Fondazione Cineteca di Bologna, Archivio delle Memorie Migranti. Un Premio che già da qualche anno si inserisce nel solco di una volontà ben precisa della Cineteca di Bologna, come ricorda il direttore Gian Luca Farinelli: “Quello della Cineteca a favore dei registi migranti non è un impegno estemporaneo: il Premio Mutti ha già una sua storia, e non a caso è nato nel momento in cui, parallelamente, la Cineteca si univa al magnifico e nobilissimo progetto creato da Martin Scorsese, la World Cinema Foundation, la cui funzione è proprio quella di recuperare (attraverso i restauri eseguiti proprio da noi, al laboratorio L’Immagine Ritrovata) i grandi capolavori del patrimonio cinematografico meno tutelato, da tutto il mondo. E perché sostenere il cinema dei registi migranti? C’è da dire intanto che all’estero la cosa è semplicemente normale. E poi dobbiamo pensare alla capacità di lettura “stereofonica” del cinema di questi autori, che con i loro occhi doppi (provengono da una cultura e muovono verso un’altra) sanno vedere e filtrare la realtà in modo del tutto nuovo: pensiamo a quale aiuto potranno dare a un cinema italiano, oggi invece in crisi. Valga per tutti un esempio che abbiamo dall’estero, e che infatti abbiamo scelto come testimonial del Premio Mutti per una serata in Piazza Maggiore a Bologna di qualche anno da: Fatih Akin, tedesco di orgini turche, tra i cineasti più amati e premiati a livello internazionale”. Alle ore 20, sempre al Cinema Lumière, verrà invece presentato il progetto AMITIE, rivolto alla sensibilizzazione verso i temi della migrazione e della diversità culturale e a stimolare il cambiamento insieme ai nuovi cittadini. A seguire, proiezione del film "This is my story. Or ours?", che ripercorre le storie dei migranti testimonial della campagna di comunicazione AMITIE, tra aspirazioni e necessità. Chiusura: il corpo recluso A un “corpo migrante” succede spesso un “corpo recluso”: quello della prigione di Marassi è solo l’esempio descritto da Cristina Oddone nel suo "Loro dentro" (domenica 21 ottobre, ore 18); ma un carcere può essere anche all’aria aperta, come la riserva aborigena di "Toomelah", nel film di Ivan Sen che chiude il festival domenica 21 ottobre alle ore 22.

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