"Tre Mogli" è un curioso esperimento nella filmografia di Marco Risi: dopo il folle "L'ultimo capodanno" e prima della recente svolta biografica (Maradona, il televisivo Provenzano e Siani), il film è un road movie tutto al femminile, un'insolita commedia amara che ha fatto scoprire un lato nuovo del regista.
Bianca, Beatrice e Billie sono tre donne molto diverse tra loro. Il destino le unisce, perché i loro mariti spariscono dopo aver compiuto una rapina da 9 miliardi (di lire). Un anno dopo quel giorno, arrivano notizie dall'Argentina: qualcuno avrebbe visto là i loro mariti. Le mogli decidono di partire, ognuna per proprio conto, ma il caso le unirà e (forse) le cambierà nel corso del viaggio.
Iaia Forte è la moglie repressa, timida e timorosa, che ha paura di tutto e tutti e non ha mai smesso di cercare tracce del marito. Francesca D'Aloja è glaciale, ricca e snob: per lei l'abbandono è stato più un affronto che motivo di dolore. Silke Klein è invece la giovane e trasgressiva Billie, abbandonata dal marito quando pensava di "allargare" la famiglia.
Una storia di donne in cui gli uomini sono quasi solo comparse: Greg è un poliziotto che segue le tre mogli in Argentina, fino alla più profonda Patagonia, per capire se e quanto siano implicate nella rapina; Beppe Fiorello è un gay un po' macchiettistico incontrato per strada.
L'idea più riuscita è forse quella di eliminare dal film i tre mariti, di cui solo si parla senza mai vederli, così come loro stessi hanno fatto dalle loro vite. Se lo sviluppo della storia è forse troppo intricato e qua e là alcuni passaggi non sono all'altezza, "Tre mogli" resta comunque una commedia interessante, non banale e non comune nel panorama italiano.
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