"Anita", due puntate per far rivivere il mito di Anita Garibaldi; ma togliere il fuoco dalla figura di Giuseppe non è operazione facile. Per la regia di Claudio Bonivento, arriva su Raiuno questa miniserie con Valeria Solarino e Giorgio Pasotti che prova a raccontare la storia di una donna importante con sullo sfondo le avventure, prima in America poi in Italia, vissute dal marito e di riflesso da lei.
Malgrado la scelta sia quella di sorvolare sulle parti più interessanti storicamente e sulle sequenze più spettacolari, la storia tra la giovane brasiliana e il bel comandante italiano tende a passare in secondo piano. Inzeppata di citazioni e di presenze storiche importanti a posteriori (Bixio, Mameli, Saffi, Bassi, Cristina di Belgioioso, Ciceruacchio) le vicende dell'indipendenza italiana, della repubblica romana, della fuga di Garibaldi sono troppo importanti per lasciare spazio alla relazione e alle vicende intime.
I pregi sono la forza della Storia (con la S maiuscola) e gli ampi spazi della parte ambientata in Brasile. I limiti, sempre gli stessi: dialoghi improbabili, ripetizioni e sottolineature incessanti, recitazione da rivedere. Nella scena in cui cade da cavallo e viene ritrovata e soccorsa da Giuseppe, Anita ripete 9 volte in 2 minuti il nome "Josè", dritto in faccia al suo uomo; troppo anche per una soap brasiliana. Stavolta però gli sceneggiatori sono "soltanto" 5.
La regia si limita a registrare qualche scena movimentata (molto nell'audio, poco nel video), qualche totale privo di ogni azione e dialoghi faccia a faccia, come sempre accompagnati dall'immobilità pressoché assoluta degli interpreti.
A parte il coraggio, la forza d'animo e lo spirito d'iniziativa, non visti direttamente ma citati come pregio caratteriale dai personaggi incontrati, Anita appare come ciò che fu; la moglie di un grande generale.
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