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Lidea di Gran Finale nasce dallurgenza personale di scrivere una commedia drammatica che trattasse il tema della morte con ironia e profondità, e dallintenzione che la riflessione autobiografica su di essa potesse affrontare problematiche attuali in una società precaria da cui attingere nuovi significati per i desideri più ancestrali che tutti noi custodiamo.Il film segue il passaggio critico della consapevolezza della realizzazione dei propri sogni in extremis, attraverso il percorso casuale che Carlotta Gatti, la protagonista, e il suo scanzonato fratellino, compiono in seguito alla loro assunzione in una ditta di Onoranze Funebri. Esplora, altresì, attraverso il linguaggio grottesco che mi appartiene e che conferisce leggerezza alle storie che sintrecciano, la presa di coscienza interculturale e transgenerazionale di restituire, ancora in vita, la libertà di poter provare ad essere quello che siamo. Gran Finale così diventa un luogo in cui accogliere e rifondere lopportunità di avere ancora labilità di sorprendersi e di non lasciare indietro le cose che si possono fare. E un momento simbolico di chiusura di un ciclo vitale per iniziarne uno nuovo, affinché non ci sia più bisogno della morte per affrontare la vita.Questo lungometraggio è stato per me una sfida a tutto tondo e il manifesto del mio privato traguardo iniziale. E unopera prima che mi vede in campo come regista ancora autodidatta al momento della sua realizzazione, cercando di attingere alla mia formazione di psicologa e di attrice, e sfruttando la creatività della mia attività di direttore artistico a Parigi per colmare al massimo quelle inevitabili ingenuità drammaturgiche.
Il cast tecnico che mi ha affiancato durante le riprese è stato scelto fra giovanissimi alle prime esperienze, in modo da creare un biglietto da visita per coloro che hanno creduto nel progetto e mi hanno dato fiducia. Gran Finale ha poi ha raccolto gli entusiasmi e consensi di tutte quelle figure professionali, dal montaggio alle musiche dai costumi alle coreografie, che hanno contribuito al valore aggiunto del film con la loro maestria, e senza le quali non avrei mai potuto realizzarlo.Richiedendo poi la storia un cast estremamente eterogeneo, ho provinato attori da tutta Italia e scelto poi quelli per me più adatti e che potessero apportare anche un contributo personale incisivo, come lattore siciliano Dario Tindaro Veca. Essendo io stessa in scena anche come attrice, è stato faticoso ma infinitamente arricchente trovarmi dietro e davanti la telecamera, e creare quindi un doppio ruolo sinergico con gli altri attori, sperimentando anche per necessità una regia dallinterno del film.Tutto devo a coloro che hanno scoperto e apprezzato Gran Finale per primi, lintuitivo pioniere del Cinema indipendente Antonio Sancassani del Mexico di Milano, e lerede del patrimonio culturale del Cinema dessai Arrigo Tomelleri del Verdi di Candelo, che lo hanno definito fresco e corale.
Asia Giordano