Francesca Comencini: "Da tanto tempo cercavo di raccontare una storia come questa, ma non trovavo la chiave giusta per farlo. Poi un giorno ho letto il romanzo di Claudio Bigagli, e mi è parso subito perfetto in questo senso: ho dovuto però cambiare profondamente il finale perché sarebbe stato un genere che non mi appartiene.
E' il primo film italiano, che io sappia, girato con la RED Epic, che ci ha permesso di girare dei totali molto ampi e poi di stringere tantissimo, raccontando il paesaggio che si evolve senza dover usare troppo la soggettiva (svolgendosi molto in macchina, non era semplice). Non avevo mai usato prima il digitale per un film di finzione, e abbiamo quindi pensato questa volta di forzarlo molto, puntando su una nitidezza pazzesca e su colori molto saturi.
Non volevo la "cartolina" di Roma, anche perché non esiste più.
Il personaggio del parrucchiere che canta l'opera ("Lascia che io pianga") mi è successo davvero: si chiama Rocco, è diplomato al conservatorio ma ha dovuto ripiegare su un altro mestiere. Meritava un film solo lui!
Tutto il film si è basato su una forte fiducia reciproca, mia nei confronti dei miei attori e loro nei miei. Ci è voluto tempo, abbiamo dovuto conoscerci meglio e basare il nostro rapporto sull'onestà".
Filippo Scicchitano: "Ho creduto da subito nel progetto, e in confronto a Giulia ho avuto la fortuna di avere alle spalle già un'esperienza importante come quella di "Scialla!". Non ho letto il libro, abbiamo avuto spazio per molta improvvisazione".
Giulia Valentini: "Sono arrivata al cinema per caso, un link che mi ha girato mio cugino. Non volevo neanche andare al provino, e invece ora sono qui! E' stato molto bello lavorare a questo progetto, molto naturale anche se rivedersi la prima volta sullo schermo mi ha dato un senso di estraneità, la mia voce, la mia faccia... sembravano diverse. Non conosco né direttamente né indirettamente persone che hanno dovuto fare il percorso del mio personaggio nel film, per fortuna!".
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