Omaggiare il cinema di Valerio Zurlini è un atto doveroso per il cinema italiano, e finalmente "Gli anni delle immagini perdute" di Adolfo Conti colma la lacuna.
Ripercorrendo le pagine dell'omonimo diario firmato da Zurlini, Conti punta la sua attenzione sui tre copioni rimasti irrealizzati della sua carriera - e compresi nel libro - ricostruendo quello che avrebbe potuto essere e non è mai stato, facendo parlare attori, colleghi e compagni di lavoro di Zurlini.
Alternando immagini dai suoi film, solo otto in tutta la carriera, a interviste d'epoca e scorci dai luoghi in cui era solito lavorare, Conti regala al regista il giusto spazio, ma forse lo relega - involontariamente - un'altra volta in una nicchia per amatori non avendo puntato con maggior forza sui lavori più noti ("La ragazza con la valigia", "La prima notte di quiete", "Il deserto dei tartari").
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