Ho voluto fare un film semplice, asciutto, apparentemente spontaneo fino a sembrare trasandato. In realtà è un film molto scritto e costruito, nel quale è stata però lasciata sempre aperta una finestra ai cambiamenti, alle persone e alla città così come si presentavano, nel qui e ora del momento in cui filmavo.
Volevo fare un film su due ragazzi che dalla periferia si avvicinano al centro.
Raccontare la loro giornata con piccoli tocchi, e con una specie di tranquillità narrativa che inavvertitamente diventava sempre più serrata. Fare un film preciso e leggero.
Preciso nella descrizione dei due personaggi e in quella della città. Leggero nel tono, perché la levità appartiene a Marco e Gina, alla loro età e alla loro infantile vitalità.
Un film rapido, nel suo arco narrativo - una sola giornata - e nel ritmo del racconto. Mi pareva che solo così sarei riuscita a cogliere qualcosa che con leggerezza e rapidità si è impossessato delle nostre vite e del nostro paese, rendendole pesanti e senza tempo.
Francesca Comencini
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