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Non è facile parlare di un dramma di portata mondiale senza cadere nel luogo comune e nella retorica più becera, se c'è una verità estrema, questa abita nelle coscienze che accompagnano ogni istante della nostra esistenza.
Il regista Marco Rusca cerca di spiegare linput emozionale che lha spinto a realizzare, con la collaborazione di Veronica Carbone e Lester Pathmaperuma, "Food", un docu-film su un fenomeno che è stato per troppo tempo sottostimato, poco indagato e documentato: lo spreco alimentare, secondo stime Fao, un terzo del cibo prodotto nel mondo è sprecato: vuol dire 1,3 miliardi di tonnellate all'anno.
Un progetto che ha coinvolto 23 registri di altrettante nazioni per approfondire un argomento che riguarda i paesi industrializzati come quelli in via di sviluppo, con una differenza sostanziale, è cibo perso nel Sud del Mondo, dove la carenza di infrastrutture incide fino al 50% sul deterioramento degli alimenti, ed è sprecato nelle economie avanzate.
Un misto di abitudini errate, pigrizia e indifferenza, ma anche una questione etica e sociale aggiunge il regista. In Sud America bambini di cinque anni passano la giornata nelle discariche, raccogliendo e smistando avanzi di cibo tra assorbenti e profilattici usati, materiale di riciclo, plastica, stracci e quant altro. Il loro compenso a fine giornata consiste in un piccolo sacchetto di cellophane pieno di colla che inalano per stordirsi. Nonostante tutto questo coagularsi di disperazione, personalmente, credo ancora fortemente nell uomo.
Il docu-film, prodotto dallo stesso Marco Rusca e distribuito on-line da Feltrinelli dal 20 agosto 2012, è di certo una buona occasione per arrivare preparati al 2014, Anno Europeo Contro lo Spreco Alimentare, dodici mesi di iniziative per sensibilizzare i cittadini europei sul tema. E cambiare stile di vita.