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IL TEATRO E IL PROFESSORE - Saggezza e cuore

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"La parola crea, incide, è come la scultura, incide, come le lapidi" Vittorio De Luca, Il Teatro e il Professore E’ proprio la voce ipnotica del Professor Vittorio De Luca a portarci dentro le stanze del Centro Diurno di Montesanto a Roma. Inizia il cinemautografo del Professore e quello del regista Paolo Pisanelli, un cinema del reale anarchico e irriverente che cattura e “incide” con un flusso continuo di parole, vivace e geniale. Pisanelli durante i suoi laboratori di cinema nel Centro Diurno di Montesanto riesce a filmare degli istanti di vita e di ricreazione importanti che poi andranno a formare Il Teatro e il Professore (2007), un documentario non “sulla” malattia mentale ma “con” la malattia mentale. Ogni mattina il Professor De Luca si reca al Centro diurno dove si fa teatro, si parla, si costruiscono maschere. E’ qui che Pisanelli, tra la mensa e la stanza del piano, crea il suo viaggio insieme ai tanti abitanti di questo spazio di libertà espressiva. Le parole del Prof, sono perle, sono aforismi dolorosi e reali, di un “vagabondo eterno” che di prima mattina ama Leibniz, cita Artaud, cerca il dio dei panteisti e regala libri di Cicerone. Per il Professore “In Paradiso non esistono automobili” , odia le barche a vela e si professa visceralmente anti fascista. Mentre il Professore parla alla camera di Paolo, nella stanza accanto si organizza un azione di teatro estemporaneo. Gli abitanti di Montesanto devono vedere la gioia e l’anarchia degli artisti – saltimbanchi mascherati. In quella carovana non sono accettati né psichiatri (“attestano il falso”), né avvocati ma solo artisti. E’ il potere della maschera, del movimento e della creatività. Il Professore delle volte però preferisce rimanere in disparte, a lui piace fare un’ attività più meditativa, lui il teatro lo scrive, qualche volta prova a ballare ma il suo forte è la parola; come i suoi compagni scrittori reclusi De Sade e Bataille, la parola scritta e narrata lo ha salvato dal buio, dalla violenza, dalla solitudine. “L’unica cura è lo psicodramma” ci dice dopo l’ennesima Diana. E’ interessante qui notare questa dualità nel documentario, quasi due spazi di creatività differenti che compongono e scandiscono anche il montaggio. Da una parte il mondo della parola filosofica e immaginaria di De Luca e dall’altra la vivacità “gestuale” dei gruppi di attori – performers mascherati. I due mondi non si scontrano e non si evitano, anzi finiscono per completarsi e per sorreggersi a vicenda. Qui il pensiero va inevitabilmente ad Artaud e al suo Teatro della Crudeltà, al Living Theatre e al Teatro dell’Oppresso, forme di espressione teatrale che si radicano profondamente con la pratica curativa e liberatoria del gesto e della parola. Fa piacere vedere “Il teatro e il professore” di Pisanelli in tv, è un cinema che fa bene alla mente e allo spirito, è un film sull’arte di sopravvivere in una società troppo agguerrita e competitiva che delle volte si dimentica che la comunicazione tra le persone può diventare anche l’alternativa allo stordimento chimico. Quante parole di saggezza in questo film dal grande cuore. Uno dei primi lavori documentari di Paolo è “Nella prospettiva della chiusura lampo” , nelle parole del Professore e nella gioia di raccontare di Pisanelli ritrovo quella stessa energia e impegno che aveva quando filmava le sue prime interviste con i pazienti della Tinaia, dentro la città negata di San Salvi a Firenze. Ma il viaggio di Pisanelli, regista da sempre geniale e inventivo nella comunicazione, ora prosegue anche per radio. Proprio grazie al suo impegno, il Centro Diurno di Montesanto ora possiede anche una sua radio web (www.radioueb.it), una “radio in pillole” fatta da volontari e da chi vuole raccontare la sua storia in libertà.

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