"Voglio fare un film su papà". "Era ora".
Da questo rapido scambio di battute - secondo quanto raccontano gli stessi protagonisti - è nato il progetto de "L'ultimo Gattopardo: Ritratto di Goffredo Lombardo".
Il figlio del grande produttore, Guido, ha telefonato subito a Giuseppe Tornatore per proporgliene la regia, e data la sua risposta entusiastica così è avvenuto: il regista premio Oscar ha quindi costruito un grande ritratto collettivo, con un flusso pressoché costante di interviste a registi, produttori e collaboratori vari della carriera di Lombardo.
Per far fronte alla scarsità di reperti video in cui compariva il suo protagonista (detestava apparire, meglio è andata con le foto), Tornatore ha sopperito facendo raccontare ai suoi intervistati - tra cui lui stesso - il "copione" della vita di colui che è stato per tanti anni "il" cinema italiano.
Da Alain Delon a Sophia Loren, Carlo Verdone e Riccardo Tozzi, la segretaria Cesarina e Neri Parenti, i Vanzina ed Enrico Lucherini: sono tantissimi gli intervenuti, una minima parte di coloro con cui Goffredo Lombardo ha lavorato. La sua carriera vanta centinaia di pellicole, da quelle di grandi autori ("Il Gattopardo" e "Rocco e i suoi fratelli", per dirne solo un paio) ai tanti musicarelli e film di serie B con Franchi e Ingrassia che servivano a fare cassa per il cinema di qualità.
Il documentario di Tornatore (che dura 104' ma scorre fluido, e alla fine se ne vorrebbe ancora) regala al pubblico la figura di un uomo unico, coriaceo e brillante, capace di dare la caccia agli squali (la sua passione) come di commuoversi davanti a un soggetto ben scritto. "L'ultimo Gattopardo" è il miglior ricordo che poteva essere realizzato.
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