Per la sua trentunesima edizione, il Premio Internazionale alla Miglior Sceneggiatura Sergio Amidei affida il fulcro della propria programmazione ad una coppia di maestri del cinema italiano, i fratelli Taviani: scelti come vincitori del Premio all'Opera 2012 ancora prima di assistere all'ascesa dell'ultimo, pluripremiato Cesare deve morire, portano la propria filmografia completa all'interno del festival. Ad affiancare la retrospettiva a loro dedicata vanno ad alternarsi la trilogia marsigliese di Marcel Pagnol insieme al percorso Storie dell'altro cinema, che segue lo sguardo di Ugo Casiraghi circumnavigare il globo alla ricerca di titoli lontani per raccontare le cinematografie nascoste, militanti, dimenticate. Ecco inserirsi anche il cinema indipendente italiano contemporaneo e il suo ragionare sulla realtà nella finzione, senza dimenticare l'omaggio ai Calligrafici e alla loro mirabile scrittura. Il tutto condito da eventi speciali, dall'arte di Furio Scalpelli a quella centenaria di Antonioni, senza dimenticare la proiezione della consueta girandola di film in concorso.
A scandire ogni giornata rimane sempre e comunque l'inconfondibile marchio dei Taviani, le loro coreografie di personaggi, di giochi d'ombre dense dalle quali sbucano volti sui quali insistere, di dettagli che riempiono il quadro quando i personaggi e la musica preferiscono il silenzio. Partendo da "L'Italia non è un paese povero", del quale firmano l'episodio finale, arrivando all'ultima opera già citata, ai lavori dedicati al grande schermo si aggiungono anche "Resurrezione" e "Luisa Sanfelice", l'esperienza dei registi toscani sul suolo televisivo.
Impossibile e assurdo ergere un solo titolo come rappresentante dell'impegno di una vita tutt'ora in divenire, è comunque possibile prendersi la libertà di citare "La notte di San Lorenzo" e il lavoro sviluppato intorno alla copia proiettata durante la seconda giornata di programmazione. Gli spettatori hanno potuto visionare e apprezzare la collaborazione tra il Premio Amidei, la Cineteca Nazionale e Cinecittà - Istituto Luce, i tre soggetti responsabili della ristampa della pellicola in questione, offerta al Festival per l'anteprima pubblica. Come non avvertire un senso di piacevole rinnovamento, frutto di un sapiente uso della tecnologia moderna votata al miglioramento senza snaturare l'essenza dell'originale. Il chiaroscuro si consolida, i toni si irrobustiscono continuando ad essere una cifra stilistica fondamentale persino quando sono assenti. L'immagine trova un'ulteriore stimolo per raccontarsi e la Storia viene ripercorsa, sempre attraverso lo sguardo ingenuo di una bambina-narratrice che vive la vigilia della liberazione della Toscana come un'avventura da ricordare. Visioni mai dimenticate si imprimono ancora una volta nei ricordi del pubblico, una su tutte la battaglia nel campo di grano, una mare d'oro che confonde amici e nemici, sporcato col sangue di entrambi.
"La notte di San Lorenzo" dopo trent'anni dalla prima uscita si dimostra ancora capace di sostenere un dialogo con chi desidera scoprirla, diventando il simbolo di una filmografia, quella dei Taviani, destinata a non avvertire il passare inesorabile del tempo e rimanere attuale per sempre.
Margherita Merlo
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