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L'ESTATE DI GIACOMO - Dopo i premi, la sala

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Tutti abbiamo la misura esatta del tempo che ci separa dalla nostra adolescenza. Ma che si tratti di qualche decade o di una manciata scarsa di anni, ci sono sensazioni che mantengono intatta la loro riconoscibilità proprio perché parte di un momento preciso della vita di ciascuno. Il pluripremiato film-documentario di Alessandro Comodin, "L'estate di Giacomo", è un'istantanea, semplice ed efficace, di questo momento.   Protagonista è Giacomo, diciottenne sordo fin dall'infanzia che, in seguito a un intervento, da poco sta imparando a scoprire il mondo che lo circonda e che fino ad allora gli era stato precluso. Comodin lo riprende in un caldo giorno d'estate, nel suo peregrinare insieme a Stefania, giovane taciturna e invaghita del ragazzo. Lo scenario è la natura lussureggiante dei boschi friulani, sulle rive del Tagliamento, nel quale il corteggiamento silenzioso e perennemente sospeso fra i due - malcelato dai giochi infantili e dalle battute sboccate - viene seguito dalla cinepresa del regista. In ogni gesto dei due ragazzi è racchiuso un mondo di attese, di sottintesi, di aspettative che il regista riesce a cogliere con consumata maestrìa, dando forma e immagine a emozioni universali.   L'euforia ingenua che pervade gran parte del film, lascia presto il posto al sottile struggimento che solo la consapevolezza della perdita di quell'innocenza sa trasmettere; una sensazione dipinta sui volti di Giacomo e Stefania sulla strada di ritorno verso casa, chiusi in un silenzio eloquente, e improvviso, come – parafrasando Jorge Luis Borges – un sogno che cessa non appena ci accorgiamo di sognare. Un brusco stacco e Giacomo è ancora in quei luoghi, stavolta accompagnato dalla sua prima, vera fidanzata, Barbara. Anche lei è sorda, e con il ragazzo condivide un vissuto nuovo, più complice e maturo, ma fatto già di complessità assai distanti da quelle di un'adolescenza appena dietro l'angolo.   Non stupisce affatto che questo piccolo, grande film abbia fatto incetta di premi fin dal suo esordio al Festival di Locarno 2011, dove ha vinto il Pardo d'Oro - Cineasti del Presente, per poi accaparrarsi numerosi altri riconoscimenti, tra cui il Premio Cinemaitaliano.info – CG Home Video al Festival dei Popoli e tanti altri, dimostrando in questo modo come si possa ancora fare cinema usando, come chiave di volta, nient'altro che sensibilità e passione.

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