Continua, malgrado la temperatura da forno e il sole a picco sulle teste, lo sciopero dei lavoratori di Cinecittà a rischio licenziamento. La gestione ha infatti preparato un piano di smantellamento di alcune attività all'interno del complesso di via Tuscolana, prevedendo cessioni di rami d'azienda, mobilità, esuberi.
I lavoratori a rischio, tanti della Digital Factory, si sono piazzati, con tende, tavoli e sedie, davanti all'ingresso principale degli Studi. Tra bandiere e striscioni, rimanendo in permanente assemblea, vogliono far sentire la loro voce ai vertici dell'azienda che gestisce Cinecittà.
Per Pierluigi Libi, Rsu della Cinecittà Digital Factory, la protesta sta dando i suoi frutti con un ridimensionamento degli esuberi. "Vogliamo" - ha detto Libi - "che Cinecittà rimanga il luogo del cinema. E' qui da 75 anni, la metà degli anni dell'unità d'Italia, e ora ne vogliono fare qualcos'altro. La mission di Cinecittà è il cinema e noi vogliamo che rimanga così. Che l'azienda cominci a ristrutturare i teatri di posa prima di costruire nuove strutture che probabilmente non serviranno a niente".
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