La storia tragica e vera di Ahmet Yildiz, assassinato dal padre nel 2008 in Turchia solo perché gay. Aveva 26 anni, e aveva appena dichiarato ufficialmente la propria omosessualità per non dover fare il servizio militare e poter partire per la Germania insieme a Daniel, un fotoreporter tedesco di cui si era innamorato.
Ecco la sua colpa più grave, aver detto chiaro a tutti ciò che era, aver voluto essere sé stesso alla luce del sole (non come il suo amico Can, libero - relativamente - a casa sua ma recluso in casa fino al calar della notte...). Un delitto che la famiglia non ha potuto accettare in un paese in cui lomofobia è ancora fortissima. La mano con la pistola era quella del padre, ma non era il solo a volere quel gesto.
I registi Caner Alper e Mehmet Binay affrontano questa dolorosa storia mostrandola attraverso gli occhi del fotografo, reduce da unesperienza in Afghanistan che lo ha fortemente segnato (e che si svelerà con il passare dei minuti) e alla ricerca della vera Istanbul. Quando conoscerà Can, ballerino di danza del ventre (zenne questo significa) nei locali notturni della città turca, gli proporrà di posare per un servizio fotografico, a cui il ragazzo si presenterà insieme allamico-assistente Ahmet. Lincontro tra Ahmet e Daniel lentamente li porterà a innamorarsi, e alla decisione (fatale) di trasferirsi insieme...
Il film risente delleccesso di personaggi, ci sono troppi risvolti della storia da seguire e si rischia in più occasioni di perdere il fuoco. Tra il passato in Afghanistan (e il presente con una fidanzata) di Daniel, la reclusione quotidiana e i balli notturni di Can (oltre ai problemi economici della famiglia), i dissidi interiori e le dinamiche familiari di Ahmet ci sono anche la realtà oppressiva di un paese omofobo e le problematiche interne dellesercito locale (esplicitate anche dalle scritte a fine film). Decisamente tanto, e i due registi non sempre ne reggono il peso: ma Zenne Dancer è un film importante e da vedere, e lempatia coi suoi protagonisti risulta inevitabile.
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