Due ragazzi si incontrano un venerdì sera in un locale gay, si piacciono e finiscono per passare insieme la notte. Al risveglio, la colazione e due chiacchiere: uno dei due, Glen, è un artista e registra i commenti dei suoi partner alle notti di sesso appena svolte. Labbordaggio, le avances, i movimenti giusti...
Da quelle parole, che Russell registra con pudore, nasce una conversazione spontanea e immediatamente intima, diretta tra i due. Dopo essersi salutati, Russell ha il turno da bagnino in piscina ma alluscita, nel pomeriggio, incontra ancora Glen: il loro incontro riprende naturalmente, come se i due si conoscessero da sempre, e la loro attrazione reciproca - fisica ma non solo - li porta a passare insieme (almeno) il resto del weekend.
Una storia fatta di niente, sulla carta, quella scritta e diretta da Andrew Haigh. Una storia che deve la sua grande resa e incredibile empatia alla bravura e alla spontaneità dei due protagonisti, Tom Cullen (Russell) e Chris New (Glen), che - complice anche la camera a mano con cui si muove il regista - sembrano da subito intimi anche per gli spettatori, vecchi amici con cui ci sentiamo a nostro agio e i cui discorsi ci interessano davvero.
Impreziosito dalla musica (usata con cura e parsimonia) dellex leader degli Czars, John Grant, Weekend sospende il tempo per 96 minuti, convincente e credibile dal primo allultimo, e racconta una storia piccola e onesta che coinvolge e che riesce, senza pretesa alcuna, anche a far riflettere sullidentità gay e sulle (anche involontarie) discriminazioni subite dai gay in un mondo dominato dagli etero.
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