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LA MONTAGNA DI NIETZSCHE - Omaggio a Gianni Vattimo

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E' duplice l'obiettivo de "La montagna di Nietzsche", documentario dell'italo-albanese Erion Kadilli incentrato sulla figura di Gianni Vattimo: da un lato mostrare un lato insolito e privato del pensatore (grazie al lungo rapporto di amicizia tra i due), dall'altro inserire il nome di Vattimo tra quelli dei grandi filosofi della storia. Questo secondo fine viene raggiunto mostrando in successione immagini di suoi grandi predecessori come Nietzsche (le cui musiche, poco note ma efficaci nel dare il senso del tempo altro - distante nel tempo e nello spazio, sono usate come colonna sonora) e Heidegger, tra gli altri. Un procedimento didascalico che se ottiene il suo obiettivo convince poco dal punto di vista stilistico. Il "Vattimo privato" invece appare solo in alcuni momenti, radi e poco incisivi. In spiaggia, in stanza d'albergo, al bar: qualche immagine di una visita in Montenegro, qualche battuta e poco più. Le immagini del teorico del Pensiero Debole alla sua ultima lezione in Università, a Torino, da cui prende il via il racconto, sono invece austere al punto giusto per rendere lo scarto da quella "rigidità" alla scioltezza della seconda parte del racconto, ma sono forse un po' troppo lunghe (come del resto quelle - lunghissime - in macchina, con l'inquadratura di una croce che volteggia attaccata allo specchietto retrovisore...). Se i primi due terzi di documentario quindi un po' deludono, specie pensando al rigore del precedente lavoro di Kadilli, "Sono stato Dio in Bosnia - Vita di un Mercenario", gli ultimi minuti sono invece folgoranti, con il filosofo e i suoi accompagnatori seduti a un tavolo da picnic immerso nella nebbia. Sospeso e "perso", il finale resta nella mente e nel cuore a lungo, e compensa (ampiamente) i punti deboli visti fino a quel momento.

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