Ci sono posti che la maggior parte della gente è abituata a vedere d'estate, affollati e frenetici. Ci sono posti che finita l'alta stagione cambiano profondamente il loro aspetto e i loro ritmi. Se si è una piccola isola del Mediterraneo (in questo caso Salina, nelle Eolie), lo scarto tra i due momenti è davvero notevole.
"Il resto dell'anno" di Michele Di Salle e Luca Papaleo si concentra proprio su questo momento, la nave che si chiude per l'ultimo gruppo di turisti ancora presenti, le spiagge che si svuotano e il silenzio che torna a dominare. Un silenzio rumoroso, ma ci si mette un po' a tornare a sentire gli insetti, le onde e gli animali, invece del vociare fragoroso dei visitatori.
Gli abitanti dell'isola sono pronti a riprendere "possesso" della loro terra, un migliaio di persone con la loro vita regolata dai cambiamenti del mare e dal lento scorrere del tempo.
Silenzioso e lento per scelta stilistica, il documentario è fotografato con estrema cura e molta ricerca (riuscita) dell'inquadratura giusta. "Il resto dell'anno" poteva forse durare qualcosa meno (si sfiorano i 90 minuti), ma riesce perfettamente a trasmettere le emozioni che i suoi registi cercavano.
La "vera" Salina è quella conosciuta da tutti o quella che rivive nel "resto dell'anno"?
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