Pochi "tecnici" del cinema italiano hanno saputo imporsi negli ultimi anni quanto Luca Bigazzi, direttore della fotografia pluripremiato che ha firmato con il suo tocco alcuni dei principali successi del cinema recente.
Alberto Spadafora lo ha (giustamente) celebrato in un libro-intervista che racconta tutta la sua carriera, gli inizi e le passioni, i film più amati e i tanti colleghi con cui ha lavorato. Bigazzi è attualmente il più celebrato e premiato direttore della fotografia italiano (il giorno in cui il libro è stato chiuso, il 4 maggio 2012, ha vinto un nuovo David per "This must be the place"), e un volume che lo raccontasse mancava nella bibliografia cinematografica.
Un artista che ama profondamente l'Italia ("Mi chiamano spesso dagli Stati Uniti, ma rifiuto sempre", confessa), che ha da sempre affrontato il suo lavoro in modo poco ortodosso e per questo unico e in un certo senso inconfondibile (pur non ricercando mai una sua "firma"). Da "Paesaggio con figure" del 1983 di Silvio Soldini a oggi, sono decine i film da lui fotografati: tra i suoi più premiati ricordiamo "Il divo", "Brucio nel vento", "Lamerica", "Così ridevano" e "Le chiavi di casa".
"La luce necessaria" è diviso in tre parti: nella prima Spadafora e Bigazzi parlano della "fotografia cinematografica", nella seconda trova invece spazio una lunga conversazione su vari temi, nella terza la parola è lasciata a chi ha lavorato con Bigazzi e alle loro testimonianze (Gianni Amelio, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Capuano, Francesca Comencini, Valeria Golino, Abbas Kiarostami, Mario Martone, Andrea Segre, Toni Servillo, Silvio Soldini, Paolo Sorrentino...).
Il volume è aperto da una prefazione di Silvia Tarquini, direttore editoriale di Artdigiland, casa editrice qui alla sua prima pubblicazione e a cui auguriamo lunga vita.
Il libro è in vendita QUI.
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