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ALESSIA SCARSO - Il racconto del cane Italo

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Chissà se dopo il piccolo terrier di "The Artist", che si è aggiudicato il Collare d'oro ai Golden Collar, anche il cane meticcio protagonista di "Italo", il primo lungometraggio di Alessia Scarso, sfilerà in papillon sul red carpet rubando la scena ai suoi partner bipedi. “Per l'esordio aspettavo una storia che fosse contemporaneamente forte e delicata - ha detto la regista - che mi permettesse di raccontare la Sicilia e che contenesse un forte messaggio d'amore. Ho conosciuto Italo e non ho avuto dubbi. Italo è stato molto più di un randagio: è arrivato nel paesino di Scicli poco tempo dopo un tragico episodio di randagismo che costò la vita a un bambino di nove anni. Potete immaginare quanta diffidenza destasse. Eppure nei due anni che ha vissuto in paese si è conquistato la simpatia e l’amicizia di tutti. E’ arrivato perfino a guadagnarsi l’onorificenza del sindaco”, racconta Alessia. Un soggetto particolarmente originale, finora trattato solo da pellicole d’oltre oceano, per l’esordio alla regia della giovane regista di Modica, appena reduce dal premio come miglior cortometraggio allo Zonta Short Festival 2012, con Disinstallare un amore, storia surreale di un ragazzo che si rivolge a una società specializzata per cancellare dal web ogni traccia di una passione che non c'è più. E viene naturale pensare ad Hachiko, che per anni attese invano il ritorno del padrone alla stazione. ”Ma Italo a differenza del protagonista del film di Lasse Hallström, non è stato il cane di un singolo ma di tutto un paese, per questo le avventure che lo hanno visto protagonista sono davvero tante. Dalla più eroica, come salvare una ragazza dall’aggressione di alcuni ubriachi – per poi accompagnarla ogni sera dal lavoro fino a casa – a tutta una serie di abitudini che l’hanno visto prendere parte alla vita cittadina: la domenica andava a messa, nonostante il divieto del parroco, accompagnava i turisti per le bellezze del posto, vigilava sulla ztl del centro, frequentava il cinema all’aperto ed era sempre in prima fila a matrimoni e funerali. Insomma se c’era una festa o un evento sociale non mancava mai. La sua popolarità, prima e soprattutto dopo la morte, ha avuto una sua eco sul web. La pagina www.facebook.it/italoilfilm è diventata la piazza virtuale in cui molte delle persone che lo hanno conosciuto hanno postato video e foto con lui e raccontato alcuni degli aneddoti che abbiamo inserito all’interno del film”. Le riprese inizieranno a settembre, tra Scicli e Modica, nello splendido scenario del barocco Ibleo, noto al grande pubblico come la Vigata del commissario Montalbano, e sarà prodotto dalla società di produzione Arà, di Roberta Trovato. E per raccontare al meglio quei luoghi, la regista è in contatto con Piero Guccione e con il gruppo di Scicli, pittori di fama internazionale, maestri nella rappresentazione del paesaggio ibleo. “Il mio obbiettivo è quello di cercare un punto d'incontro tra il loro sguardo, il mio, e quello di Ferran Paredes Rubio, direttore della fotografia”. I protagonisti del film saranno un bambino, e poi ovviamente un meticcio interpretato da un cane-attore addestrato per il cinema. “Come tutti i grandi attori, anche il nostro protagonista avrà due controfigure, uno per i primi piani e l’altro per tutto il resto. E non sarà facile gestirli. Se poi si aggiungono tre bambini di dieci anni, selezionati su oltre 3000 in tutta la provincia di Ragusa, mi sembra chiaro che siamo animati da un pizzico di follia. Per i tre protagonisti adulti, invece, abbiamo già le idee chiare e speriamo che la forza della storia e il nostro entusiasmo riescano a contagiarli”. Grazie Alessia, grazie Italo.

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