Particolare scelta narrativa quella di Jorge Lazzeri del Sordo, regista e ideatore di La montagna di don Guetti. Unintervista con inquadratura fissa a don Marcello Farina che racconta la biografia e il pensiero di don Guetti (fondatore nella seconda metà dell'800 delle Famiglie Cooperative e della Cassa Rurale) fa da contraltare alla rappresentazione di episodi della sua vita, sceneggiata traendo materiale da alcune opere dello stesso Guetti (I Bagni di Coman e Distrazioni).
Se lo sforzo di messa in scena, con ambientazioni storiche e costumi dellepoca, è da apprezzare, il risultato perde un po di naturalezza laddove i testi (troppo letterari e comunque distanti nel tempo) non aiutano gli attori nellimmedesimazione e lo spettatore alla comprensione.
La montagna di don Guetti vive di due nature opposte che se lintenzione vuole conciliare (lintervista contemporanea spiega il contesto della rappresentazione storica) la resa effettiva rende dissonanti. Resta il pregio della testimonianza sui contenuti e il valore politico-economico di un personaggio che ha fortemente influenzato gli anni in cui è vissuto.
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