Nella serata inaugurale hai letto i tuoi "20 motivi per cui vorrei essere un ragazzo gay": come sono nati?
Chiara Francini: Sono stata molto felice di farlo, e sono felice che siano stati così bene accolti dalla comunità gay, anche perché credevo molto in quello che dicevo.
Ho collaborato alla stesura con Massimiliano Palmese, uno scrittore napoletano molto bravo con cui sono molto molto amica: siccome lui mi conosce molto, sa qual è il mio rapporto col mondo omosessuale ed è riuscito a toccare tutte quelle che sono le problematiche del caso. Tra il serio e il faceto le abbiamo raccontate.
Quale il mio preferito? "Gay in inglese vuol dire gioioso, e non diverso. Diverso, in greco, si dice etero". Secondo me qui Massimiliano è stato geniale.
E ora potrebbe anche diventare qualcosa di più grande, una specie di "one woman show": mi piacerebbe davvero molto.
Che emozioni ti ha procurato stare sul palco dell'inaugurazione?
Chiara Francini: Venivo con altissime aspettative e sono state tutte confermate. Ero molto felice di poter leggere questi 20 punti: per me è stata una festa, e l'ho vissuta con gioia!
Il lavoro in giuria come sta funzionando?
Chiara Francini: Ero molto felice di poter essere anche giurata, ho così modo di venire in contatto con registi e autori di qualità da tutto il mondo.
La giuria è variegata e deliziosa (Antonella Gaeta, Fabio Canino, Eric de Kuyper e Philippe Vallois, ndr): commentiamo ognuno secondo la sua visione, che è completamente diversa da quella dell'altro! Io non mi capisco molto di "inquadrature fuori asse" o cose simili, mi interessa di più quando mi commuovo, o come recitano i vari attori.
Progetti futuri?
Chiara Francini: Spero di continuare a fare cose che mi piacciano. La mia "via maestra" è il cinema, ma la buona televisione mi piace.
Nel futuro prossimo c'è il cinema, ma non posso dire molto di più perché finché non si firma non c'è niente di sicuro.
Posso dire che sto cercando di consolidare la mia popolarità, e questo lo si può fare solo con un certo tipo di film, che arrivano a una grande platea. Mi piacerebbe però di nuovo poter lavorare in piccoli film, più d'autore (come è stato in "Un altro pianeta" di Stefano Tummolini, esperienza che ho amato moltissimo).
Oltre a film che mi facciano conoscere (è la conditio sine qua non per continuare a lavorare!) mi auguro di poter fare anche altro.
Mi piacerebbe poter fare un ruolo più drammatico, ma in Italia film con protagoniste donne di questo tipo ce ne sono pochi. Vorrei tanto poter lavorare con Amelio, Bellocchio o la Archibugi, e all'estero Ozon, Almodovar, Loach...
Sei stata da poco negli USA per la campagna di Dolce&Gabbana "La bella estate": come è stata l'esperienza?
Chiara Francini: Dal cameo fotografico a Portofino per la campagna uomo, insieme a un sacco di attori come Francesco Scianna, Primo Reggiani, Beppe Fiorello, Filippo Nigro e Thomas Trabacchi, la campagna è diventata anche video.
L'idea era quella di rifarsi all'immaginario del neorealismo, ciò che all'estero è più conosciuto dell'Italia: noi recitavamo per fare le foto, e a nostra insaputa venivano intanto girate le scene che sono poi diventate il corto. E' stato molto divertente.
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