Cosa non sappiamo ancora della tragedia del Titanic, che il 14 aprile 1912 naufragò dopo l'impatto con un iceberg causando oltre 1500 morti? Poco o nulla, si direbbe, specie dopo che nel 1997 James Cameron ne ha realizzato un kolossal cinematografico capace di battere tutti i record precedenti in fatto di incassi (e ora nelle sale in una versione in 3D).
E invece qualcosa da scoprire c'è ancora, e ce lo racconta il documentario di Valerio Scheggia "Gli Italiani sul Titanic" prodotto da Cinehollywood per Fox International Channels Italy e trasmesso in questi giorni da History Channel.
Tra le migliaia di persone presenti sul Titanic erano presenti anche alcuni italiani: 7 o 8, secondo le fonti, o forse di più. A cui vanno aggiunti i membri dell'equipaggio, i 30 camerieri italiani al servizio di Luigi Gatti, quasi tutti provenienti da Caravaggio, in provincia di Bergamo.
Ma tra tutti gli italiani presenti, la storia più interessante è quella di Emilio Portaluppi, scalpellino di talento salvato dalla sua amicizia (che forse era qualcosa di più...) con Madeleine Astor, moglie del più ricco passeggero della nave - citato anche nel film di Cameron - il proprietario dell'albergo di New York Astoria.
Un'amicizia, la loro, che pare ricalcare in gran parte la storia d'amore che il regista statunitense ha creato per Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, Jack e Rose che tanto hanno fatto sognare gli spettatori: se nella realtà pare ci si fosse fermati a una casta amicizia (che ha salvato Portaluppi), sullo schermo il destino - si sa - era decisamente diverso.
In occasione del 100° anniversario del disastro, il racconto di Scheggia - che presenta anche una inevitabile ma inutile sintesi di cos'era quella nave e dell'incidente, ormai sentita e risentita mille volte - riesce a regalare alcune nozioni poco famose e decisamente interessanti, frutto dei tre mesi di ricerche di un team di autori e ricercatori coordinato dallautore Ezio Savino.
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