Canepazzo, in concorso al RIFF - Rome Indipendent Film Festival, testimonia il non ancora tramontato amore per il cinema di genere che va oltre le mode. Di film incentrati sui serial killer ne abbiamo visti arrivare tanti da oltreoceano; possiamo partire citando Il silenzio degli innocenti ma poi di titoli ne troveremmo tanti sia prima sia dopo quello nominato.
Loperazione in questione mantiene lo stampo statunitense a partire dalla netta divisione tra il lavoro sulla regia e quello sulla sceneggiatura.
Nel caso di Canepazzo infatti, Igor Maltagliati scrive e David Petrucci dirige. Ci troviamo così di fronte ad una sceneggiatura equilibrata e limpida, che fa della coerenza il suo punto di forza. Altrettanto di buon mestiere è il lavoro di regia che, facendo del ritmo il suo principale pregio, si manifesta attraverso un linguaggio cinematografico canonico, efficace e funzionale (anche le scene di violenza funzionano nonostante le limitate possibilità del basso budget) e una direzione degli attori alla quale non cè niente da rimproverare. Un ulteriore apprezzamento va infatti agli interpreti, tutti intonati e alcuni anche ispirati; solo per fare qualche nome, Giuseppe Schisano e la sempre brava Myriam Catania.
Il film magari, anche per le sue scelte di base, non brilla di originalità, ma è ben girato ed è unopera che, in un festival indipendente come quello che si sta svolgendo, merita di essere in concorso.
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