I suoi film hanno sempre legato il "genere" all'impegno.
Roger Corman: L'influenza sociale e politica nei miei film, pur essendo di genere, è sicuramente dovuta anche alla rapidità con cui riuscivo a realizzarli, perché nel giro di pochi giorni passavamo dall'inizio della sceneggiatura alle riprese e il messaggio, ciò che ci aveva spinto a girare quel materiale era ancora aderente alla realtà.
Il nostro approccio low budget e rapido è stato determinante. Era ancora vivo l'argomento: "The Hell's Angels", ad esempio, parlava del problema delle bande di bikers e lo faceva quando questo tema era ancora sulla bocca di tutti.
Tra i suoi film più noti ci sono quelli tratti dall'opera di Poe, per cui ha collaborato con Richard Matheson.
Roger Corman: Scelsi di lavorare con Dick Matheson perché avevo letto tanti dei suoi romanzi e dei suoi racconti e mi piacevano molti. Lavorammo insieme sul primo film del ciclo di Poe, "La casa degli Usher": sapevo che era bravo anche a scrivere sceneggiature, e aveva anche il mio stesso punto di vista sul lavoro del grande scrittore.
Uno dei suoi film più interessanti è "Il serpente di fuoco (The Trip)".
Roger Corman: Quel film fu osteggiato dagli Studios, sia perché avrebbero preferito che io proseguissi sulla strada di Poe (ma io mi sentivo stanco di quel tipo di pellicole e volevo cambiare), sia perché temevano potesse essere un inno all'uso dell'LSD, e per questo subì molti tagli!
Per raccontare al meglio quello che poteva essere un "trip", feci una cosa che non avevo mai fatto prima: provai io stesso l'LSD, e mi resi conto che era impossibile rendere cinematograficamente quell'esperienza! Mi sono messo quindi a parlare con i miei attori (Dennis Hopper, Peter Fonda e Jack Nicholson) per condividere insieme i nostri trip. Fu lo stesso Nicholson a scriverela sceneggiatura.
Che consigli può dare ai giovani che vogliono avvicinarsi al cinema, lei che ha prodotto oltre 400 film senza mai perdere neanche un dollaro?
Roger Corman: Ormai i piccoli film sono sempre più schiacciati dalle grande produzioni, la strada della sala cinematografica è sempre più difficile.
Ma usare le nuove tecnologie, portare i propri lavori su internet e nel video on demand potrebbe essere la strada migliore per farsi conoscere: questo è il mio consiglio.
Quali sono state le sue influenze visive?
Roger Corman: Devo ammettere che una forza influenza sul mio modo di pensare i film l'hanno avuta i pittori europei, e italiani in particolare: se devo fare un nome dico Caravaggio, il suo lavoro sul chiaroscuro è stato per me fondamentale.
Lei ha prodotto qualche anno fa una versione low budget de "I Fantastici 4".
Roger Corman: Quella è una storia interessante: prima della Fox i diritti di quel fumetto erano di un produttore tedesco, che voleva farne una pellicola da 30 milioni di dollari.
Ci furono però dei ritardi, e quando stava per perdere la sua opzione decise di affidare il progetto a me, anche perché aveva solo 1 milione da investire e io gli dissi che ero in grado di farcela!
Il film venne poi acquistato dalla Fox, che ne investì 100 per realizzare la sua versione e usò il mio solo come "traccia" per la nuova produzione.
Lei è stato anche distributore.
Roger Corman: Dopo aver fatto il mio 57°, 58° o 59° film, non ricordo... Era il 1970, e decisi di prendermi un anno di riposo: poi però mi annoiavo, e allora pensai di fondare una società di distribuzione che ebbe anche buoni riscontri.
Sono sempre stato uno spettatore di Fellini, Bergman, Truffaut o Kurosawa, e pensavo che la distribuzione di questi film non faceva loro onore: mi accorsi di un varco nella distribuzione e pensai di approfittarne, e per riuscirci portai queste pellicole d'autore anche nei drive-in! Il primo fu "Sussurri e grida" di Bergman... I risultati di incassi non furono male, furono nella media: e a me andava benissimo così!
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