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Tre appuntamenti al Cinema Trevi dal 19 al 22 aprile

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Dal 19 al 22 aprile al cinema Trevi si alternano tre diversi appuntamenti: un omaggio a Mario Camerini, un regista senza tempo; un incontro con Tony De Bonis, Alvaro Vitali, Stefania Corona, Paola Delli Colli moderato da Fausto Russo e in anteprima nazionale la proiezione del film di Toni De Bonis "È il cancro il mio amante"; per ultimo l’appuntamento mensile con Cinema muto, che passione! e la copia restaurata dalla Cineteca Nazionale, Maddalena Ferat del 1920, accompagnata al pianoforte dal Maestro Antonio Coppola. In questa storia del cinema italiano che la Cineteca Nazionale scrive, e riscrive, giorno per giorno, attraverso la programmazione del Cinema Trevi, non poteva non trovare spazio un regista come Mario Camerini, l’autore per eccellenza, insieme ad Alessandro Blasetti, del periodo che va dal 1930 al 1945; ovvero il cinema del Ventennio, stretto tra il muto e il neorealismo, oggetto di studi sempre più approfonditi, ma ancora da esplorare per coglierne appieno influenze e originalità. Tony De Bonis inarrestabile creatore di film, in qualunque condizione, fuori da qualsiasi modello produttivo, che si è conquistato uno spazio nel cinema italiano con la sua contagiosa passione (trasformata in una passione collettiva, che coinvolge amici e parenti). Su di lui scrisse un saggio memorabile Serafino Murri nel lontano 1999, quando l’Italia venne (s)travolta dall’ondata trash: Tony De Bonis, in qualche modo, è lui stesso un personaggio scappato dal bianco e nero tragicomico di Ciprì e Maresco, per farsi regista. Nel frullato della sua sottocultura galleggiano pezzi maldigeriti di qualsiasi bruttura delle comunicazioni di massa: eppure questa blobbistica virtù, per quanto attinga all’arretratezza culturale, sembra incarnare agli occhi dei più esigenti gli stessi meccanismi portanti dell’era del trans-genderico, della mutazione, del morphing, il suo spirito infantile fino al midollo, il suo atteggiamento ingiudicabile tra disincanto e incantamento, tra emancipazione e tara mentale monomaniacale. E come nella migliore delle sue fiabe, il fenomeno De Bonis è viaggiato in un lampo, di bocca in bocca: proiezioni carbonare di entusiasti si sono susseguite in sale improvvisate della Capitale, dove topi di cineteca smaliziati hanno gridato (soffocati dalle risa) al miracolo. Così Tony De Bonis è finito premiato al Festival di Montreal, tempio della produzione indipendente di gusto. Appuntamento mensile con la proposta di grandi classici del Cinema muto, spesso in copie restaurate dalla Cineteca Nazionale, così da allargare i confini della visione e tornare alle origini, alla sintassi. Per riscoprire la magia del cinema allo stato puro, l’essenza della creazione artistica, quando ogni soluzione equivaleva a un’invenzione. Per informazioni: http://www.fondazionecsc.it/

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