Laspetto più stimolante dellimpresa era proprio quello di provare a tenere insieme diversi strumenti narrativi e dar loro la forma del racconto.
Lo schema in teoria era abbastanza chiaro. Si trattava di partire da due lunghe interviste con i protagonisti assecondandole visivamente come in un vero e proprio documentario. In un secondo tempo, si valutavano i momenti più emotivi dei loro racconti per svilupparli in ricostruzioni filmate o in ricordi visualizzati per sintesi.
Poi, il repertorio, le interviste, le musiche evocate dalle loro parole, imponevano continui aggiustamenti e cambiamenti di rotta.
Però lidea di fondo teneva: partire cioè dalla storia privata di due persone che a buon diritto potevano dire: Quella notte io cero, per ricostruire la Storia di questi ultimi, turbolenti Venti Anni e farli commentare in una specie di simposium finale dalle autorevoli parole di artisti, economisti o testimoni eccezionali.
In pratica, raccontare una storia, insieme ai retroscena e al contesto nel quale questa storia si era sviluppata.
Non era facile, ma la scommessa era promettente e posso dire di averci provato con sincera passione. Di sicuro è stata una bella esperienza che mi ha insegnato molte cose. Una su tutte: non fidarsi mai delle cosiddette scalette e lasciare che le cose non previste si prendano lo spazio che meritano.
Giovanna Gagliardo
↧