Dopo Stati Uniti, Francia, Spagna, Giappone e addirittura India, arriva anche in Italia, dal 9 marzo nelle sale del circuito Distribuzione Indipendente e su OwnAir, "Colour from the Dark", il sesto lungometraggio di Ivan Zuccon, regista, montatore e collaboratore fisso di Pupi Avati, un film ispirato al racconto The colour out of space, scritto nel 1927 da H.P. Lovercraft.
Il regista, che a detta di molti suoi colleghi è una delle più belle realtà del cinema horror italiano, non è estraneo ai terrori cosmici di H.P. Lovecraft, avendo già adattato vari racconti per lo schermo nella sua antologia "La Casa Sfuggita", The Shunned House. Infatti alcune delle altre opere del regista, come "LAltrove", "The Darkness Beyond", e "Nympha" sono indelebilmente pervasi da una distinta influenza lovecraftiana.
In Colour from the Dark, il set horror è una tranquilla campagna padana durante la Seconda Guerra Mondiale (la storia originale era ambientata nel New England nel 1882) dove tra vecchie cascine abbandonate e casolari secolari si risveglia il colore, che non è il gas violetto venuto dallo spazio nel racconto di Lovecraft, bensì unentità antica e malvagia che in breve tempo distrugge la vita di una famiglia di contadini.
Le campagne italiane sono i territori che conosco meglio e ho trovato intrigante ambientare il racconto di Lovecraft in Italia e fare cosi un parallelo tra il mito lovecraftiano e la tradizione popolare italiana ha dichiarato il regista.
Per essere un film horror, Zuccon sfodera comunque una regia sobria ed elegante che insiste su scatti suggestivi della casa colonica situata in mezzo al nulla, a conferma del suo gusto per la fotografia, e su scene in cui la camera scivola attraverso la casa vuota, per creare le giuste atmosfere di mistero senza comunque giungere a suscitare vera paura.
"In verità non volevo fare un film horror che parlasse del demonio del male ma di quello che succede in una famiglia quando tutto comincia ad andare a rotoli. Non a caso nel film lentità, un colore blu misterioso che lentamente divora la vita dei componenti della famiglia, distrugge tutti i simboli cristiani, un chiaro attacco alla concezione della famiglia nella visione cattolica.
In definitiva un discreto film di genere, anche se sembra lennesima versione de L'Esorcista, che si è affidato ad un cast internazionale, tra cui una scream queen americana per eccellenza come Debbie Rochon, per rafforzare la sua credibilità oltre confine.
"Preferisco girare direttamente in inglese perché solo in Italia, in Spagna e Germania, i film sono doppiati e poi è più facile imporsi nel mercato estero".
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