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Il Morandini 2012: un volume insostituibile per ogni cinefilo

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Erroneamente per qualche anno, avevo pensato che i dizionari dei film tipo Il Morandini avessero perso la loro utilità, soppiantati dalla stragrande quantità di informazioni on line riguardanti il cinema e i film. Ora però mi sono resto conto che queste sono utili nella loro immediatezza, ma non possono sostituire opere di consultazioni quali "Il Morandini" concepite non solo per appagare la nostra curiosità cinefila, ma per fornire ponderate informazioni e giudizi validi a 360 gradi su film, cinema ed affini. "Il Morandini 2012", dizionario dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini, - azienda familiare del sapere cinematografico - è un corposo volume di 2048 pagine e 1762 grammi. Una splendida e significativa immagine di "Habemus Papam", ultima lungometraggio di Nanni Moretti - che allo scorso Festival di Cannes ha ammaliato e conquistato i Francesi - (quest’anno Moretti è presidente sulla Croisette, forse anche per "Habemus Papam"), ci trasporta in media res. Se volessi esagerare potrei che "Il Morandini" è la Treccani della settima arte. Però, per essere più pragmatico dico che "Il Morandini" è un ottimo strumento di lavoro per approfondire le nostre conoscenze sul cinema. Un’opera indispensabile da tenere accanto al lettore di DVD, al televisore e al video registratore. Un dizionario redatto con amore e talento da profondi conoscitori del cinema in tutte le sue pieghe: il trio Morandini si compone da Morando, il capostipite, apprezzatissimo critico cinematografico, Laura la moglie operatrice culturale di lungo corso e Luisa la figlia ex attrice e docente di cinema. "Il Morandini 2012", nella sua parte centrale, presenta 24 500 film usciti sul mercato italiano, dal 1902 all’estate 2011 di cui più di un migliaio di prodotti per l’home video o la televisione. Aspetto questo molto utile per i fruitori d immagini in movimento in quanto oggi, malauguratamente si va meno al cinema e si guarda molto di più il cinema alla tele. Di ogni film oltre al titolo in italiano, "Il Morandini" dà: titolo originale, anno d’uscita, regista, principali interpreti, una sintesi della trama, una concisa analisi critica. Mentre il gradimento dei critici è espresso in stellette (da 1 a 5) quello del pubblico ("Il Morandini" è l’unico a riportarlo) in pallini, (da 1 a 5). Ciò è bello e significativo in quanto sovente i giudizi delle due categorie fortunatamente non coincidono. La consultazione del celebre dizionario può essere fatta su carta, su DVD, dove oltre alle trame di tutti e 24.500 film, più di 7000 schede sono corredate da un’immagine, oppure on line. Il dizionario 2012 contiene la licenza annuale per questo tipo di consultazione. Negli indici oltre agli autori letterari e teatrali, risultano molto utili quelli dei titoli originali e nelle appendici, i Premi Oscar, i miglior film e la Mostra del Cinema di Venezia. Nella 14a edizione del dizionario dei film di Morando, Laura e Luisa Morandini 500 le nuove schede inserite di cui 271 di film italiani Tra le new entry, il campione d’incassi italiano: l’exploit "Che bella giornata" di e con Checco Zalone. Per il Morandini merita 3,5 stelle perché è un film “politicamente scorretto, capace di far satira con leggerezza graffiante su un'Italia dove contano le conoscenze più che la conoscenza, sul familismo, il clericalismo, il militarismo camuffato”. Giudizio severo invece per "Qualunquemente" con Antonio Albanese (2 stelle): “Dispiace maltrattare un comico” - spiega il dizionario - “che assai stimiamo, ma qui si è cacciato in un film monocorde, ripetitivo e contagiato dalla volgarità aggressiva del suo Cetto”. Male anche "Il Cigno Nero" dove “la Portman (premiata con un Oscar) piange e piagnucola per tutto il film; Cassel è il solito carogna”. Quest’anno invece il massimo delle stellette assegnate sono state le quattro a "Rudolf Jacobs l'uomo che nacque morendo" di Luigi Faccini e a "The Tree of Life" di Terence Malick (“è un film-mondo, totale se non totalitario, fragoroso ma anche sottile”), all’affresco risorgimentale di "Noi Credevamo" di Mario Martone e "Il Discorso del Re" di Tom Hooper. Tre stelle e mezzo all’esordiente Alice Rohrwacher e al suo "Corpo Celeste": “Film sottovoce, ma scomodo”; al remake dei fratelli Coen di "El Grinta".

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